Ho perso il sonno nei giorni d’attesa
convinto ne valesse la pena perderlo
per pensarti e per pensarci assieme;
costruivo ogni piccolo particolare da replicare,
ma sapevo che le mie eran solo storie
e che la nostra sarebbe stata una storia tutt’altro diversa
dai miei progetti, dai nostri progetti.
Svegli sognavamo e caricavamo le ore
d’aspettative e desideri, parlando,
amandoci a distanza, aspettando
quel giorno che presto per noi arrivò.
Ho perso il sonno nei giorni a seguire
credendo ne valesse la pena pensarci ancora nel futuro.
Ricordo i nostri vestiti tolti ognuno per conto suo
guardandoci fissi negli occhi specchiati l’uno nell’altro;
e quando m’hai spinto a letto ed eravamo stretti e nudi
sulle tue coperte di sempre coi nostri profumi
che si mischiavano e le nostre idee impacciate.
E le nostre idee spacciate e la nostra storia spaccata
da distanze e capricci, insicurezze e pasticci.
Ho perso il sonno per i giorni a venire.